9 ottobre 2015

Old friend, good friend.

Tu hai qualche problema, mi ha detto.
No, io ho UN problema, ho risposto io.
E questo mio problema è sempre lo stesso.

Mi spiego: io e Problema ci conosciamo da molti, molti anni.
Problema ha molte facce, ma un solo volto.
Il primo ricordo che ho di lui è una stanza gialla, a un festa di bambini, quando ancora vivevamo in Africa. Cercavo disperatamente mia sorella perché mia madre non c'era e questo era un grosso, grossissimo Problema. Qualcuno mi disse "gioca con gli altri, tua sorella è di là che si diverte" ma io non potevo. Io avevo un Problema.
Problema mi lasciò in pace qualche tempo - un tempo che ricordo infatti molto felice- ma appena tornammo in Italia mi toccò una classe di 29 bambini sconosciuti e una maestra d'altri tempi, e fu lì che incontrai di nuovo Problema.
A Problema piaceva molto travestirsi e cambiare nome.
Nel corso degli anni l'ho incontrato sotto le spoglie di Tabelline, Maestra M., Divisioni, compito di geografia su alta e bassa pressione.
Un giorno passavo per caso e c'aveva proprio la faccia di Papà che parte.
Qualche settimana dopo era Algebra,  Grasso e Peli Superflui, Geometria Descrittiva, Studio di Funzione.
Spessissimo Problema andava a braccetto con Giudizio.
A un certo punto, colta da un lampo d'intuizione, se a Problema piace moltissimo la matematica -pensai- mi dedicherò ad altro.
Problema cominciò quindi a parlare Greco Antico e Latino.
Genio.
Problema è stato anche Cambiamento, Soldi, Casa, Lavoro.
A un certo punto Problema è rimasto incinta.
Vi dirò, col tempo ho anche smesso di odiarlo, Problema.
A volte lo coccolo, mi fa quasi tenerezza.
Ecco io credo che qui stia il punto, il mio errore più grande.
Problema non è uno da coccole. E' uno che se lo lasci fare si prende tutto, lo stronzo.
Si prende le mie giornate al mare e le riempie di paura, si prende le mie notti e le riempie di angoscia, si prende la mia bellezza e la colma di dubbi.
Problema calpesta il mio tempo e lo insozza come uno straccio da niente.
Problema mi ha mentito per un sacco di tempo e per anni ho creduto a tutte quante le sue facce.

Problema a tratti ama stare al centro dell'attenzione, per brevi periodi sotto le luci della ribalta dà il meglio di sé ma in verità mi sono fatta l'idea che è nell'anonimato del tempo che cresce, che è dello sforzo d'ignorarlo che si alimenta.

Dunque io credo di aver un solo piccolissimo vantaggio, in questo momento, dopo ben 36 anni: che posso riconoscerlo.
Se mi sforzo, se mi concentro, se mi estraneo, lo vedo.
Magari non me ne accorgo subito, all'inizio mi sembra sia davvero un problema come un altro ma poi dentro di me un campanello squilla ed è allora che lo vedo - è lui- ci risiamo, è arrivato: Problema.
Ma se in quel momento non mi faccio prendere dal panico e resto salda a me stessa, se al posto di Paura faccio posto a Fiducia, se invece che quella palla al cazzo di Commiserazione lascio parlare Leggerezza, allora ho una possibilità di vederlo per quello che è: uno di quegli uomini bassi che si mettono i tacchi.
Problema, a guardarlo da vicino, dritto negli occhi, è piccolo.












7 commenti:

Dovehovistote b ha detto...

Quanto sento vicine le tue parole! Dai che ce la facciamo!

ioticerco ha detto...

Sì, è vero, a guardarlo bene è piccolo e pure ridicolo. E, forse, è più facile lasciarselo alle spalle.

Suster ha detto...

Ti riferisci a Brunetta, vero?

Suster ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Susibita ha detto...

suster: mi riferisco a quelli ridicoli, che però fanno i gradassi. Mi pare che da quelle aprti lì - Brunetta e dintorni- ce ne fossero un po'.
Ma non voglio metterla sul politico, ho già i miei cazzi con Problema XD.
Maledetto.

Lisa ha detto...

Saggissime parole! Io mi
ricordo di averti visto affrontare coraggiosamente il Problema a varie riprese, a scuola e poi da grande. Io pure ho sempre addosso un'ansia terribile, che forse rimonta a quando mio padre mi metteva alla prova e diceva "posso io essere il padre di una figlia impedita?" . I suoi metodi hanno spronato molti alunni a fare del proprio meglio, ma io in fondo non mi sento mai all'altezza della situazione, faccia quello che faccia non è mai abbastanza e si poteva fare meglio. Il mio tarlo cerebrale non risponde molto al trattamento del Boggart di Harry Potter, un "ridiculus" e ridiamoci sopra funziona a meraviglia con alcune ansie e nevrosi, ma il mio fantasmino è una parte di me come potrebbe essere il mio naso storto. È lì, e ogni mattina ti guarda. Risate a iosa soprattutto a Halloween quando dico che non ho bisogno di travestirmi o truccarmi, ma arrivare a vezzeggiare questa parte di me o questo "problema"... Siamo lontani anni luce! Direi che si può prendere al massimo le distanze.

Susibita ha detto...

Lisa: sono d'accordo. Problema non è qualcosa che ti levi dai maroni facilmente. devi conviverci, e tenerlo al guinzaglio quando tira troppo.
Il tuo naso, comunque, va benissimo così com'è.